panamáca

In effetti ci siamo sbagliati. Il Centro America non si ferma in Nicaragua, in realtà si interrompe con il Costa Rica e riprende con Panama. Inaspettatamente ci sorprende per la selvaticità delle spiagge di Bocas del Toro, per il numero impressionante di cinesi, che parlano uno spagnolo quasi perfetto, per la capitale più affascinante del Centro America, per gli indigeni più conservatori e indipendenti.

Non ci concediamo il tempo per vederla nella profondità dei suoi vulcani o nella temperatura delle sue montagne, ma ci basta poco per capire quanto si sottovaluti il fascino di Panama. A Bocas del Toro appena dopo il confine con il Costa Rica saltiamo nudi da un albero all’altro, da quanta poca gente incrociamo sulle spiagge. Ovviamente non abbiamo scelto la meta più affollata, ma ci siamo espansi fino all’isola meno abitata di Bastimento, dove non poteva mancare il villaggio di afro-panamensi, persi nell’oblio del dolce far nulla e nella calura umida del Caribe. Usciti dai bunker con aria condizionata h 24/h 24 di Bastimento ci dirigiamo verso David, passaggio obbligato per Santa Catalina, meta di surfisti e italiani antipaticissimi, per poter visitare quella che è definita una delle riserve acquatiche più belle del Pacifico insieme a Galapagos, Isla di Coco in Costa Rica e l’Isola di Pasqua. Coiba, ecco come si chiama l’isola a un’ora di lancha dalla costa che sotto i suoi abissi culla squali, delfini, tartarughe, branchi infiniti. Un poco più a sud ci aspetta la bella Panama City, piena di contrasti, dalla terrazza dell’hotel di Casco Viejo all’orizzonte grattacieli che visti da vicino già cadono solo a guardarli e in primo piano canoe a remi. Un mix tra New York, Bangkok, Napoli.

Al Mercado de Mariscos, tra langostino e zuppa di vongole in latte di cocco,  condividiamo il tavolino con Benita, violinista basca, che ci invita per la sera al concerto al Teatro Nazionale con Rechel Barton Pine, una delle violiniste più famose al mondo. E ci sentiamo signorotti arricchiti (il biglietto sarebbe costato 65 $ USD a testa) con i nostri vestiti nuovi di pacca soffrendo un freddo siberiano. E poi il canale, che nella teoria affascina per essere il punto di incontro di due oceani inspiegabilmente a diversa altezza, nella pratica ci annoia infinitamente, e ancor di più ci inorridisce l’ufficialità della notizia del pedaggio che non può essere pagato né con carta di credito né con assegno (stiamo parlando di cifre da 400 mila $ e più), ma solo in contanti. E quanti container ci immaginiamo passare sotto silenzio e insolenti pieni zeppi di bamba e clandestini cinesi! Salutiamo Panama alla volta delle fantomatiche Isole di San Blas, un arcipelago di 300 e più isole abitate dai Kuna, indigeni indipendentisti, con le loro leggi, i loro costumi, la loro nudità e i loro prezzi.  Duri con gli stranieri ci ospitano sull’Isola Iguana, tutta per noi e un gruppetto di Spagnoli con amico panamense al seguito e una israeliana, Shay (regalo in israeliano), reduce da un viaggio di sette mesi dopo i fatidici 2 anni di militare, in Israele. Carina lei, ma è chiara la storpiatura dell’immagine che ha dei suoi vicini e del suo stesso Paese.

Il sole come al solito, da quando tocchiamo la costa del Caribe, sembra regalarci pochi sorrisi, ma vale la pena ugualmente farci un bello snorkelling al relitto all’Ila Perro. Coloratissimo, fluorescente, contorto. Ecco però che d’improvviso arriva la nostra dipartita dalle isole. Una lancha ci passerà a prendere la mattina seguente per iniziare il passaggio tra Panama e Colombia. 7 ore per arrivare a Puerto Obaldia, ultimo pueblo panamense. Qui una notte di disagio di un alloggio a 8 $ e il giorno dopo un’altra mezz’ora per raggiungere Capurganà, Colombia.

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4 Comments

sera

June 29th, 2012

belliiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.un bacio.lisa

sera

July 9th, 2012

Hola Serafina y Carlo, somos juan y daniel, la pareja de San Andrés de Pisimbalá. No nos ha dado tiempo a leer todo el blog pero a partir de ahora os seguiremos allá donde vayáis. Expléndida página, muy original y bellísimos textos y fotografías. Os deseamos un feliz viaje, y que éste os lleve muy al interior de vosotros mismos, os seguiremos, besossssssssssssss, chiao

sera

July 9th, 2012

Lo sentimos pero la traducción que hace el sistema es ,uy mala, HORRIBLE. Casi no se entiende y no sabemos qué hacer. Feliz viaje

sera

July 9th, 2012

Leed texto original, gracias

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