$oyrizo: chorizo de soya
Arrivando a La Paz al buio ci illudiamo di poter trovare, data la premessa di Mulegè, calore e accoglienza nel locale di Rosalia, The Shack…purtroppo ci ritroviamo in una Little America, dove il marito di lei Texano e residente qui da oltre 8 anni, si rifiuta categoricamente, tanto quanto i suoi ospiti, di imparare e ascoltare spagnolo, in Messico. C’è mala onda nell’aria. Ne approfittiamo per prendere contatti con qualche gringos per la vendita di Gerri e salutiamo categoricamente in spagnolo.
È stagione di saldi per noi ed è ora di alleggerirci: le nostre amate biciclette, compagne di tante scorribande, finiscono per essere, biecamente, barattate con due notti nello splendido Yeneka Museo Hotel. Esiste da 60 anni, e di generazione in generazione, chi lo gestisce riempie il cortile delle cianfrusaglie più bizzarre, in concorrenza con i nostri amati rottamai Alaskesi.
Vorremmo sapere di più da Isaac, gestore e nipote dell’attuale proprietario “El Doctor”, ma dedichiamo tempo alle public relation per la vendita e alle perlustrazioni della vicina Playa Balandra, una stupefacente spiaggia piscina.
Una delle cose più sorprendenti della nostra vita è stata nuotare insieme a dei dolcissimi leoni marini. I cuccioli incuriositi, si divertono quasi a prenderti in giro, volteggiano velocissimi ti sfidano nelle acrobazie. Ti guardano, ti seguono, ti girano intorno. ti sfiorano. Sembra di vivere in una favola.
Qui siamo sugli Islotes a nord di Espiritu Santu, una isola, potenza della natura. Jesus, il nostro capitano, ci racconta di delfini, di tribù indios, di rocce idolatrate come divinità, di ficus che crescono senza acqua.
Per potervi parlare di cibo tipico messicano abbiamo tentato ripetutamente di diversificare il nostro menù, rispetto ai già noti e buonissimi, non sempre, tacos di pescado o camarones. A La Paz abbiamo davvero mangiato male, ai limiti dell’avariato, anche nei ristoranti consigliati dagli stessi messicani (Bismark, Adriana), la delusione ci riconferma quanto Lonely Planet sulla Baja sia un disastro e quanto il caso faccia più a nostro caso! anche qui vige la legge secondo cui è difficile sbagliarsi se ci si ferma dove si fermano i camionisti ed è meglio stare alla larga da dove mangiano gli americani.
Tra i vari passatempi ormai consueti al nostro viaggio, ci appostiamo assieme ai locali lungo uno stradone di periferia dedicato all’esposizione e alla vendita illegale del proprio veicolo, un po’ per gioco e un po’ sul serio, proprio quando stiamo per accendere e andare, si materializzano due uomini, travestiti da tragattini, tra i più signorili, conosciuti fino adesso, interessati al solo camper…la giornata ha avuto i suoi frutti, ma aspettiamo altre offerte.
Ci spostiamo verso l’obiettivo principale del nostro viaggio in Baja: il famosissimo Cabo Pulmo, Riserva Nazionale per tartarughe e coralli, un autentico paradiso, in cui si può campeggiare gratis sulla spiaggia. Qui comunità di gringos, a noi più simpatici, anche se non parlano spagnolo, pensano bene di svernare, accampandosi, con tanto di alberi di natale e pescando, i più sovversivi, con massicce riserve di acqua e ganja, e il cui obiettivo del giorno e tirare fuori dall’arena due sfigati italiani…ringraziamo Dave e Ruth alleggerendoci di una tenda da backcountry mai usata e i vicini canadesi con due zucche dello Utah.
Liberati ci allontaniamo dai pericoli di insabbiamento de Los Frailes per vedere di rischiare a Los Arbolitos, ma tutto fila liscio qui. Vorremmo fermarci almeno 4 giorni. Conosciamo due giovani fratelli ventenni messico-americani, Nerea e Lander con cui c’è uno scambio culinario: soyrizo/pizza.
Qui ci sorge una riflessione sociologica piuttosto interessante: i nostri salvatori gringos di una certa età, organizzatissimi e con gli alberi di natale, si ammazzano di canne, bevono, pescano e si ingozzano di carne; i nostri giovani amici messicani, dall’apparenza scassatissima, frikkettona, non fumano, non bevono, sono vegetariani e si mantengono con un artigianato di altissima qualità…certo loro non hanno bisogno di svernare.
6 Comments
December 9th, 2011
E noi poveri Italiani… A far artigianato artistico di ottima fattura..mentre tutto attorno a noi aumenta di prezzo e la frustrazione di questa casta politica si fa via via piu esasperante!!!
Voglio partire..continuate a viaggiare
December 9th, 2011
Son andato a mangiar da EFF..e ho conosciuto una vostra amica blogger bionda….simpatica!
Besos a los dos
December 9th, 2011
Haaaa ma daiiii!!! Si mangia bene? amigo!
sera
December 15th, 2011
sei proprio un pagliaccio carletto…!!!
vediamo chi si acoorge prima che nelle foto c’è qualcosa che non va…
sera
December 16th, 2011
El traductor de google lo hace fatal…¿No te animas a poner resúmenes en español, Carlo?
Las fotos son preciosas. Qué envidia me dais.
Un besazo,
Mamen
December 17th, 2011
el traductor lo hace bien… somos nosotros que no sabemos escribir tampoco en italiano!
un beso mamen!!!!!!
6