Grande Canyon! piccolo uomo bianco

L’idea del portabiciclette piace a Geronimo, affare fatto: un po’ di cash, un acquisto sbagliato e ingombrante in meno e un non a rivederci.  Riprendiamo la nostra strada per il Grand Canyon, attraversando la terra Navajo; con i locali pochi contatti, giusto un paio di orecchini graziosi artigianali (che mi fanno recuperare un po’ della femminilità persa pian piano nello scendere dall’Alaska) e il Navajo Bridge, il punto da cui abbiamo guardato più da vicino il Colorado River.

Saliamo sul ciglio del Grand Canyon e per un pelo riusciamo a sentire il caldo e poi subito il freddo che il tramonto si lascia alle spalle dal Desert View.

Nel Canyon Grande c’è tanto spazio vuoto rubato alla terra, per far scorrere serenamente il fiume Rosso lontano dallo sguardo e dalle mani del Piccolo Uomo Bianco. Malgrado le folle di bus, auto, elicotteri, moto, turisti che invadono ogni visuale e che creano code nei trekking più popolari, noi sentiamo un profondo silenzio…la voce della terra è talmente lontana laggiù che per conoscerla bisogna sudare davvero. Avremmo dovuto fare una grande scalata per toccare l’acqua, 6 ore solo andata con dislivello di 1500 metri…rinunciamo e ci accontentiamo di poche miglia, di scoiattoli e di verticalità immense.

L’anteprima dell’ultimo “spettacolo” del Canyon (da un monitor al plasma 50 pollici), al prezzo di 40$ a testa, è quello di vedere un gruppo di navaco danzante, davanti a code di turisti sospesi su una pedana di vetro sul Colorado…ci lascia l’amaro e imbocchiamo la Route 66. Strettina, ma accogliente, la mitizzata 66 offre anche bazar travestiti da rottami, ex cafè abbandonati, yucche infestanti, e percorrerla richiede una musica adatta, passiamo da Rino Gaetano al forse più appropriato Donovan. La Route ci segue quasi fino a Las Vegas, tanti programmi per quest’arrivo: un matrimonio, una cena di compleanno, una giocatina alla roulette…il mutismo della città, ai nostri occhi troppo  decaduta per coglierne il fascino trash, ci fa pensare che più divertente sarebbe aspettare il nostro rientro e condividere con famiglie e amici il matrimonio, la cena, unico punto fermo, è fortunatamente squisita, malgrado la cornice del posto. Siamo all’Encore, uno dei più grandi e, apparentemente, sofisticati Casinò, ma a ben guardare le nostre “lussureggianti” vicine di tavolo che si ingozzando di fish and chips e si tolgono i resti tra i denti con l’unghia del mignolo, capiamo che forse così sofisticato non è. Non  smentisce anche il silenzio torpido della sala da gioco e il tintennio delle slot…sembra quasi di essere al Bar Centauro a Parma. Insomma a fine cena ci ritiriamo felicemente non sposati nelle nostre stanze in un parcheggio sulla Strip, inutile dirlo, dormiamo un sonno profondissimo sognando California.

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7 Comments

Robba

October 27th, 2011

… azz! Per un attimo pensavo che vi sareste sposati! Peccato.

Rocco

October 30th, 2011

Las Vegas è fuffetta.
Sposatevi sulla Rainbow Dune, se trovate un officiere!

Pandiario

October 30th, 2011

Non ci sposeremo per ora, peccato!!! Qui rocco dopo aver visto la death valley si puó solo parlare di meta-geologia

Rocco

October 31st, 2011

Aspettiamo foto dai colori spumeggianti.
Quel mondo è il risultato di antico e moderno. Rocce ntiche sulle quali si imposta una fratturazione recente che affossa e crea valli sospese e poi un clima che altera e crea colori magnifici. Quasi un unicum, come l’amaro che ci lascia in bocca.
Quindi ora ve ne ite verso il Mono Lake e il Tioga Pass? Com’è il tempo? Previsioni di neve?

Pandiario

October 31st, 2011

Tioga perfetto. Oggi ciccio ci siamo sparati il trekking più duro post incidente: upper yosemite falls 11,5 km extreme!!! Anche qui meta- duomo!!!!

LUCIA

November 1st, 2011

ciao ragazzi,ho visto che avete trovato un tempo bellissimo a yosemite e anche caldo.al contrario,noi in agosto abbiamo trovato quasi la neve.un abbraccio.ciao

Rocco

November 2nd, 2011

FIOGAAAAAA!

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